domenica 15 febbraio 2015

OFFELLA di Bartolomeo Socchi detto il Platina (1475)



OFFELLA
di Bartolomeo Socchi detto il Platina (1475)

Una delle caratteristiche del Platina e una dimostrazione delle sue « virtù » di letterato, è quella di accompagnare gran parte delle ricette o da descrizioni di animali o vegetali impiegati, visti alla luce dei trattati di zoologia e botanica, o da consigli di quella che oggi definiremmo dietologia. Tutte divagazioni da cui Della onesta voluttà ebbe fama ai suoi giorni e nelle quali noi posteri vediamo, più o meno, delle chiacchiere inutili. Questa offella anticipa i panzarotti napoletani attuali e non ci sembra per nulla (la nostra versione si discosta pochissimo da quella del Platina) un piatto « pericoloso », ma, al contrario, una vivanda semplice e gradevole. Ma il Nostro mette in guardia, nutre poco, si digerisce a stento, da imbarazzo di stomaco e fa venire i calcoli. Ma allora, vien fatto di  concludere, caro il mio uomo, perché la consigli? Da parte nostra, è senza scrupoli di coscienza che ne diamo la ricetta: l'offella è del tutto innocua.

Ingredienti (dosi per 4 persone): 200 g di farina bianca, una bustina di lievito per dolci (o 10 g di lievito di birra), acqua a sufficienza, 100 g di grana grattugiato, 100 g di formaggio fresco (crescenza o mozzarella a dadini), 1 cucchiaio di uvetta, 1 pizzico di cannella, 1/2 bustina di zafferano, sale.
Impastare la farina con il lievito sciolto nell'acqua suffi­ciente, ottenendo una pasta tipo pizza. Lasciarla lievitare alquanto.
Sbattere le uova, impastandole poi con i due formaggi, l'uvetta, sale, cannella, zafferano. Le chiare debbono essere montate bene, in modo che l'impasto, pur rimanendo mor­bido, riesca a stare unito.
Stendere la pasta sul tagliere, formando la sfoglia, Divi­derla in due, ottenendo due dischi. Mettere al centro di ognuno metà dell'impasto; piegare, formando due panze-rotti, simili a grossi ravioli. Spennellarli con poco uovo battuto, tenuto da parte.
Metterli in forno caldo (220 °C) sulla placca unta, fino a cottura: la pasta risulterà imbiondita, ma non troppo scura. Servire tiepidi.

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