Ricette per la salute
Con il papavero
Aceto contro i dolori reumatici. Lasciare in infusione 50 grammi di fiori freschi di papavero in 1 litro di aceto di vino per 1 mese. Filtrare e utilizzare per frizionare le parti dolenti.
Bagno rilassante. Lasciare in infusione 50 grammi di fiori di' papavero in 2 litri di acqua bollente per 10 minuti. Filtrare e aggiungere all'acqua del bagno.
Infuso contro l'ansia. Lasciare in infusione 30 grammi di fiori di papavero in 1 litro di acqua bollente. Coprire e lasciar raffreddare. Filtrare, dolcificare con miele e berne 4 tazze al giorno.
Infuso contro l'insonnia. Lasciare in infusione 50 grammi di fiori di papavero in 1/2 litro di acqua bollente. Coprire e lasciar raffreddare. Filtrare, dolcificare con miele e berne 2 tazze prima di andare a dormire.
Infuso contro la tosse. Lasciare in infusione 20 grammi di petali di papavero in 1 tazza d'acqua bollente per 10 minuti. Filtrare, dolcificare con miele e bere caldo per tutto il giorno.
Sciroppo alcolato contro la tosse. Mettere a macerare 100 grammi di fiori di papavero in 60 grammi di alcol puro per 1 settimana. Filtrare e mescolare a 900 grammi di sciroppo di acqua e zucchero. Assumerne fino a 7 cucchiai al giorno.
Sciroppo lievemente sonnifero per bambini. Far bollire 50 grammi di fiori di papavero in 1/2 litro d'acqua per 30 minuti. Aggiungere 500 grammi di zucchero, riportare a ebollizione e lasciar raffreddare. Filtrare e somministrare in dosi di 1 o 2 cucchiai ai bambini quando sono nervosi, non senza aver preventivamente chiesto il parere del pediatra.
Tintura contro l'insonnia. Mettere a macerare 50 grammi di petali di papavero in 200 millilitri di alcol a 90° per 10 giorni. Filtrare e assumerne 40/50 gocce in poca acqua calda prima di coricarsi.
Tisana contro la diarrea. Lasciare in infusione 50 grammi di fiori di papavero in 1 tazza d'acqua bollente per 5 minuti. Filtrare, spremervi il succo di 1 limone e dolcificare con miele. Berne fino a 4 tazze al giorno.
Tisana per alleviare i dolori addominali. Lasciare in infusione 20 grammi di fiori eli papavero in 1 tazza di acqua bollente per 5 minuti. Filtrare, dolcificare con miele e berne 4 tazze al giorno.
Tisana per alleviare i dolori mestruali. Lasciare in infusione 20 grammi di fiori di papavero in 1 tazza d'acqua bollente per 10 minuti. Filtrare, dolcificare con miele e berne fino a 4 tazze al giorno.
Vino contro il nervosismo. Mettere a macerare 50 grammi di fiori di papavero in-1 litro di vino bianco dolce per 1 settimana. Filtrare e berne al massimo 3 bicchierini al giorno.
LA LEGGENDA EL PAPAVERO
In un tempo lontano accadde un giorno che il Sole, mentre
camminava
attraverso la volta celeste, cominciò a dolersi dicendo:
"Oh! Questi giorni d’estate sono così lunghi,
e nemmeno una nuvoletta che mi faccia compagnia.
In questi giorni il tempo sembra, non passare mai !
Gli spiriti dell’aria che udirono le sue parole, non sapendo cosa fare,
decisero di chiedere aiuto ai folletti dei boschi.
Questi si riunirono e discussero a lungo, perché era veramente difficile
trovare qualcosa di così bello e sempre nuovo,così da vincere la malinconia del sole.
Pensa e ripensa, discuti e ridiscuti, alla fine tutti si convinsero che non
c’era niente di più bello e vario dei fiori.
"Chiederemo alla terra di inventare un nuovo fiore", disse uno,
ma il folletto più vecchio e saggio disse:
"Il fiore che doneremo al Sole, in segno di ringraziamento, dovrà essere
un fiore speciale, un fiore nuovo e mai visto, dovrà nascere dai sogni di un bambino".
Fu dunque deciso. Tutti partirono alla ricerca di fiori, sognati, inventati,
o disegnati dai bambini di tutta la terra.
I giorni passarono e dopo un lungo cercare, si ritrovarono nel cuore del bosco.
Ognuno portava con sé le immagini bellissime dei fiori sognati dai bambini
che avevano incontrato nel loro peregrinare.
Erano fiori grandi e piccoli, umili e sfarzosi, fiori di carta o di seta, fiori di cristallo
o di semplici fili d’erba intrecciati, fiori d’oro o d’argento.
Era veramente difficile scegliere il fiore più bello, tanto che i folletti
cominciarono a discutere e a litigare tra di loro.
Ma ecco, che la porta si aprì lentamente, cigolando, nel silenzio improvviso che
regna nel cuore della foresta: nessuno dei folletti si era accorto che il più
piccolo di loro non era ancora ritornato dal suo viaggio.
Lo videro entrare ancora affannato e stanco per il lungo cammino, e con sé,
non aveva che una piccolissima scatola.
Tutti lo osservarono con curiosità, e pensando che tanta fatica lo aveva portato
a quella scatolina insignificante, scoppiarono in una fragorosa risata.
Ma il più vecchio e saggio, li zittì, chiedendo al piccolo Evelino,
di raccontare per primo la sua storia.
Ancora ansante e un poco intimorito, Evelino cominciò il suo racconto:
"Ho viaggiato nei sogni dei bambini, ed ogni volta credevo di aver
trovato il fiore più bello, così lo raccoglievo e lo portavo con me.
Ma quando lo riponevo nel cesto con gli altri fiori, rimanevo stupito e
guardando il cesto rimanevo incantato e non sapevo più riconoscere il più bello.
Così continuai a cercare, e cercare ancora, e il mio cesto fu presto colmo.
Decisi allora di ritornare, quando un vento dispettoso venne e cominciò a soffiare
e soffiare sempre più forte, finché perduto il mio cammino, turbinando mi portò con sé.
Quando la bufera si placò, mi ritrovai nei pressi di una capanna, sperduta tra i monti.
Qui viveva un bambino molto povero; non aveva i soliti giocattoli
delle vetrine di città, ma era ricco di fantasia e ogni volta sapeva inventare o
creare nuovi giochi, usando sassi, fili d’erba e pezzi di legno.
Lo vidi correre e saltare nel suo piccolo regno, quand’ecco trovò fra l’erba del
prato un foglio di carta leggera che il vento aveva lasciato cadere.
Lo raccolse, lo porto in casa e lo colorò con l’unico pastello che possedeva,
di un bel rosso vivo. Ritagliò i petali delicati e li cucì tra loro con un
sottile filo nero. Ne nacque un fiore così bello, come non ne avevo mai visto.
Lasciai in dono al bambino il cesto con tutti i fiori raccolti, e gli chiesi in cambio
quel suo unico fiore.
Intanto che raccontava, il piccolo folletto aprì la piccola scatola,
e alla vista di quel fiore tanto intenso quanto delicato, tutti rimasero incantati.
Allora il più vecchio disse:"Piccolo Evelino, hai scelto col cuore.
Il fiore che hai portato verrà dato alla Terra, perché lo custodisca,
e possa farlo nascere.
Esso fiorirà nei campi di grano, e tra le spighe selvatiche sul ciglio dei fossi;
mischierà il suo colore a quello del sole, perché sempre si ricordi che nacque
per portare gioia e serenità."
Quando poi il sole vide il nuovo fiore rosseggiare tra le spighe dorate,
commosso per il dono ricevuto,lo ricambiò donandogli la sua luce.
E ancora oggi, nel tramonto delle sere d’estate, i papaveri,
come fiammelle accese, portano memoria di quel tempo che fu.
*Marco Giussani*
attraverso la volta celeste, cominciò a dolersi dicendo:
"Oh! Questi giorni d’estate sono così lunghi,
e nemmeno una nuvoletta che mi faccia compagnia.
In questi giorni il tempo sembra, non passare mai !
Gli spiriti dell’aria che udirono le sue parole, non sapendo cosa fare,
decisero di chiedere aiuto ai folletti dei boschi.
Questi si riunirono e discussero a lungo, perché era veramente difficile
trovare qualcosa di così bello e sempre nuovo,così da vincere la malinconia del sole.
Pensa e ripensa, discuti e ridiscuti, alla fine tutti si convinsero che non
c’era niente di più bello e vario dei fiori.
"Chiederemo alla terra di inventare un nuovo fiore", disse uno,
ma il folletto più vecchio e saggio disse:
"Il fiore che doneremo al Sole, in segno di ringraziamento, dovrà essere
un fiore speciale, un fiore nuovo e mai visto, dovrà nascere dai sogni di un bambino".
Fu dunque deciso. Tutti partirono alla ricerca di fiori, sognati, inventati,
o disegnati dai bambini di tutta la terra.
I giorni passarono e dopo un lungo cercare, si ritrovarono nel cuore del bosco.
Ognuno portava con sé le immagini bellissime dei fiori sognati dai bambini
che avevano incontrato nel loro peregrinare.
Erano fiori grandi e piccoli, umili e sfarzosi, fiori di carta o di seta, fiori di cristallo
o di semplici fili d’erba intrecciati, fiori d’oro o d’argento.
Era veramente difficile scegliere il fiore più bello, tanto che i folletti
cominciarono a discutere e a litigare tra di loro.
Ma ecco, che la porta si aprì lentamente, cigolando, nel silenzio improvviso che
regna nel cuore della foresta: nessuno dei folletti si era accorto che il più
piccolo di loro non era ancora ritornato dal suo viaggio.
Lo videro entrare ancora affannato e stanco per il lungo cammino, e con sé,
non aveva che una piccolissima scatola.
Tutti lo osservarono con curiosità, e pensando che tanta fatica lo aveva portato
a quella scatolina insignificante, scoppiarono in una fragorosa risata.
Ma il più vecchio e saggio, li zittì, chiedendo al piccolo Evelino,
di raccontare per primo la sua storia.
Ancora ansante e un poco intimorito, Evelino cominciò il suo racconto:
"Ho viaggiato nei sogni dei bambini, ed ogni volta credevo di aver
trovato il fiore più bello, così lo raccoglievo e lo portavo con me.
Ma quando lo riponevo nel cesto con gli altri fiori, rimanevo stupito e
guardando il cesto rimanevo incantato e non sapevo più riconoscere il più bello.
Così continuai a cercare, e cercare ancora, e il mio cesto fu presto colmo.
Decisi allora di ritornare, quando un vento dispettoso venne e cominciò a soffiare
e soffiare sempre più forte, finché perduto il mio cammino, turbinando mi portò con sé.
Quando la bufera si placò, mi ritrovai nei pressi di una capanna, sperduta tra i monti.
Qui viveva un bambino molto povero; non aveva i soliti giocattoli
delle vetrine di città, ma era ricco di fantasia e ogni volta sapeva inventare o
creare nuovi giochi, usando sassi, fili d’erba e pezzi di legno.
Lo vidi correre e saltare nel suo piccolo regno, quand’ecco trovò fra l’erba del
prato un foglio di carta leggera che il vento aveva lasciato cadere.
Lo raccolse, lo porto in casa e lo colorò con l’unico pastello che possedeva,
di un bel rosso vivo. Ritagliò i petali delicati e li cucì tra loro con un
sottile filo nero. Ne nacque un fiore così bello, come non ne avevo mai visto.
Lasciai in dono al bambino il cesto con tutti i fiori raccolti, e gli chiesi in cambio
quel suo unico fiore.
Intanto che raccontava, il piccolo folletto aprì la piccola scatola,
e alla vista di quel fiore tanto intenso quanto delicato, tutti rimasero incantati.
Allora il più vecchio disse:"Piccolo Evelino, hai scelto col cuore.
Il fiore che hai portato verrà dato alla Terra, perché lo custodisca,
e possa farlo nascere.
Esso fiorirà nei campi di grano, e tra le spighe selvatiche sul ciglio dei fossi;
mischierà il suo colore a quello del sole, perché sempre si ricordi che nacque
per portare gioia e serenità."
Quando poi il sole vide il nuovo fiore rosseggiare tra le spighe dorate,
commosso per il dono ricevuto,lo ricambiò donandogli la sua luce.
E ancora oggi, nel tramonto delle sere d’estate, i papaveri,
come fiammelle accese, portano memoria di quel tempo che fu.
*Marco Giussani*
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